di Claudia Pepe
Roma- Con la parola “diario”, solitamente, si fa riferimento ad un quaderno ove vengono annotati eventi, sentimenti, sogni e speranze. Nel caso di Giulio Andreotti si parla di raccoglitori, ordinati come un’agenda e corredati da appunti, anche su fogli di fortuna, con notazioni di incontri, lettere personali, pensieri di personaggi pubblici, foto, articoli di giornale, ecc.. Il tutto suddiviso per anni, che vanno dal 1944 al 2009.
