Scritto da Massimo Orlandi
Agenzia Toscana Notizie
Una intensa due giorni di lavori presso la Tenuta di Suvignano (Monteroni,
Siena) ha sancito l’avvio del percorso per la costituzione di un “Centro
delle competenze dei prodotti agroalimentari tradizionali”. La Tenuta nel
senese, confiscata alla mafia e restituita ai toscani, che ospiterà il
centro, è stata la sede anche di questo meeting dedicato al “valore
ecosistemico e multifunzionale dei prodotti tradizionali”.
La due giorni è stata un primo confronto tra il mondo accademico e della
ricerca scientifica (Università, Accademia dei Georgofili, Centri di
ricerca), la Regione, Anci, le istituzioni, e tutte le realtà coinvolte
nella produzione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari toscani.
I lavori sono stati introdotti dai sindaci di Murlo (Gabriele Berni) e
Monteroni d’Arbia (Davide Ricci), in rappresentanza dei due comuni su cui
insiste la Tenuta di Suvignano: entrambi hanno posto l’accento sul rilancio
del patrimonio agricolo rappresentato dall’azienda confiscata alla mafia, e
sul “percorso della legalità”, un itinerario naturalistico che dal
Medioevo è una “variante invernale” della via Francigena.
In tutti gli interventi di amministratori e esperti si è evidenziata la
potenzialità del centro che verrà istituito presso la Tenuta. La realtà
che verrà allestita a Suvignano costituirà una base di dati e
informazioni scientifiche e culturali indispensabili per elaborare
strategie volte allo sviluppo e alla valorizzazione economica e culturale
del patrimonio delle nostre tradizioni enogastronomiche.
La Toscana ha un grande patrimonio da valorizzare: la nostra regione conta
461 prodotti agroalimentari tradizionali espressione della storia di
ciascuno dei nostri territori: dai Brigidini di Lamporecchio, dalla
Schiacciata fiorentina al castagnaccio, dalla salsiccia di cinghiale alla
porchetta di Monte San Savino, e ancora: la patata rossa di Cetica, la pera
picciola, la trota iridea, il Cacciucco livornese.
Nel corso dei lavori si è discusso su vari aspetti legati alla conoscenza
e alla valorizzazione di questi prodotti: si è parlato dei prodotti
agroalimentari tradizionali come espressione della cultura di un
territorio, strettamente legati alla percezione di autenticità che va
salvaguardata e anche come elemento del rapporto tra il territorio e le
comunità locali, il cui destino è legato alla passione delle stesse
comunità; si è anche discusso sulla necessaria copertura normativa alle
iniziative legate alla riscoperta e valorizzazione dei Pat, a partire dal
Centro delle Competenze.
Molti gli spunti sul rapporto cibo e salute, partendo dalla considerazione
che l’alimentazione è fondamentale per la lotta a tante malattie croniche
e di come la Toscana sia sede di studi importantissimi sulla salute e
l’alimentazione.
Nel corso della due giorni quasi 60 persone hanno aderito e si sono
iscritte al WorldCafè che si è tenuto online con quattro tavoli tematici
coordinati da Accademici dei Georgofili e da professori degli atenei
toscani: il valore culturale e sociale dei prodotti agroalimentari
tradizionali; la qualità dei prodotti agroalimentari tradizionali tra
ambiente, agro biodiversità e salute; la produzione e commercializzazione
dei prodotti agroalimentari tradizionali; la valorizzazione dei prodotti
agroalimentari tradizionali nell’integrazione col territorio.
Hanno partecipato rappresentanti delle Comunità del cibo, delle
Cooperative di Comunità, dei Distretti rurali, delle associazioni di
categoria dei produttori, alcuni coltivatori custodi, agricoltori,
ricercatori universitari e del Crea, semplici cittadini interessati.
Vai al servizio di Toscana in Onda
<https://www.youtube.com/watch?v=pUi6-r44UH4&feature=youtu.be>