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di Davide Baroni
ARCHEOMITO-Il concetto teologico del Peccato Originale è un pilastro fondamentale della dottrina cristiana e riguarda le radici del peccato che risalirebbero al comportamento di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Tuttavia, voglio proporvi una prospettiva che mette in discussione la paternità di questo concetto tradizionalmente attribuito al testo biblico. Questa visione suggerisce che il Peccato Originale non sia affatto una rivelazione divina, bensì un’elaborazione ingegnosa di Paolo di Tarso, l’apostolo senza il quale il Cristianesimo non avrebbe l’attuale forma. Paolo, conosciuto precedentemente come Saulo, era un fervente fariseo impegnato nella persecuzione dei cristiani, finché non ebbe un’esperienza che definirei mistica: l’incontro diretto con il divino o, almeno così, racconta il Testo Sacro. Questo evento segnò un punto di svolta nella sua vita e aprì le porte a un nuovo rapporto con i seguaci di Cristo.
Convertitosi alla parola di Gesù, Paolo iniziò a viaggiare attraverso il mondo antico per diffondere il Vangelo, le sue lettere agli altri seguaci di Cristo diventarono una base fondamentale per la teologia cristiana in evoluzione. Tuttavia, è nelle sue epistole che emergono concetti apparentemente estranei agli insegnamenti diretti di Gesù. Uno di questi è il Peccato Originale che non si trova nei detti del Maestro e neanche nei racconti degli apostoli. Con la sua formazione farisaica e con la sua arguzia teologica, Paolo ha infatti elaborato tale concetto per dare una spiegazione convincente all’esistenza del male.
Se accettiamo che il Peccato Originale sia un’elaborazione paolina, dobbiamo anche confrontarci con le implicazioni di questa idea. Ciò solleva domande su quanto sia autentico e rivelato il corpus delle Scritture, e ci costringe a riconsiderare il ruolo degli apostoli nella trasmissione della fede. Tuttavia, non è necessariamente un’idea che riduce il valore del Cristianesimo; piuttosto, apre la porta a una visione più complessa e umana della sua storia e della sua teologia. Consiglio di guardare da una diversa prospettiva quanto ci è stato raccontato a catechismo. L’uomo non ha commesso alcun peccato, tanto meno il Peccato Originale.
Il frutto proibito
La famosa scena che dà adito alla nascita del Peccato Originale, quella nella quale Eva coglie la mela dall’albero, in realtà, non si trova in alcun versetto biblico. L’Antico Testamento non fa mai riferimento all’albero di mele, ma solo a quello della Conoscenza del Bene e del Male. Il concetto di “mela”, inteso come frutto, potrebbe essere una distorsione linguistica avvenuta attraverso i secoli, con implicazioni significative per la comprensione del Peccato Originale. Un’interessante osservazione si basa sull’analisi delle lingue antiche, in particolare del latino. In latino, “mela” si scrive mālum ma anche la parola “male” si scrive mălum (cambia solo l’accento). La somiglianza tra queste due parole potrebbe aver generato confusione nei secoli, dando origine all’associazione della mela con il frutto proibito e al gioco di parole con il “male”. Questa confusione linguistica potrebbe essere stata amplificata nel corso dei secoli attraverso influenze culturali e artistiche, portando alla rappresentazione visiva dell’albero del peccato con rami carichi di mele, come spesso si vede nelle rappresentazioni artistiche tradizionali. La mela è diventata quindi sinonimo di peccato sessuale, così come il verbo biblico “conoscersi” lo è del verbo “accoppiarsi”. L’albero della Conoscenza del Bene e del Male fu così considerato l’albero dell’unione sessuale e del Peccato Originale. Ma se nella Bibbia non esiste la mela allora non esiste neanche il peccato né la proibizione dell’atto sessuale.
Credo infatti che agli uomini non fosse stato proibito di accoppiarsi. Questo particolare non interessava al cosiddetto Creatore, anzi, gli esseri umani potevano farlo senza limitazioni, l’importante era che non procreassero. Ecco qual è il vero punto che non doveva essere trasgredito. Per capirlo dobbiamo fare riferimento alle tavolette sumere (l’originale di cui l’Antico Testamento è soltanto un riassunto parziale) e agli Anunnaki, allo scontro tra i due fratelli Enki ed Enlil per governare la Terra. La vera tentazione del Serpente (simbolo con il quale era rappresentato Enki) fu quella di promettere ad Adamo ed Eva una discendenza numerosa. I nostri progenitori accettarono con entusiasmo, generando così il frutto proibito: Caino e Abele. Questa fu la vera causa del loro allontanamento dall’Eden! Infatti, venuto a conoscenza di questo atto contrario ai suoi ordini, Enlil, temendo che gli umani – creati dal fratello genetista Enki – potessero allearsi con il fratello per poi spodestarlo dal trono, scacciò Adamo ed Eva, costringendoli a vivere nel mondo selvaggio senza più protezione né cibo. Ma Enki non li abbandonò e fu lui a prendersi cura di loro.
Ecco dunque da dove nasce quello che poi Paolo ha trasformato nel Peccato Originale. Il peccato sessuale altro non è che una sbagliata comprensione del testo biblico. Nessuno è nato con il marchio del peccato e questo è bene averlo chiaro in testa.