©Apostolos Apostolou. Scrittore e professore di filosofia.
Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume;
è una tigre che mi divora, ma io sono la tigre;
è un fuoco che mi consuma, ma io sono il fuoco. (Borges)
Il passato è un tempo che non ritorna? È il tempo dei ricordi piacevoli?
Il passato è tutto quello che non è né presente né futuro? Il presente ha tutta una serie di condizioni del passato. Il passato ha il potere di presupporre il mio presente come anche il mio futuro. Il mondo è sempre alla mercè della verità più potente del tempo. Il tempo è una potenza creativa.
“Ma in quale modo il passato, che per ipotesi ha cessato di essere, potrebbe conservarsi da solo? Non si tratta forse di una vera e propria contraddizione? – Rispondiamo dicendo che il vero problema è precisamente quello di sapere se il passato ha cessato d’esistere, o se invece ha semplicemente cessato di essere utile. In modo arbitrario voi definite il presente ciò che è, mentre esso è semplicemente ciò che si fà. L’è riguarda meno di ogni altra cosa il momento presente, se con ciò si intende il limite indivisibile che separa il passato dal futuro. Quando pensiamo il presente come ciò che deve essere, esso non è ancora; e quando lo pensiamo come esistente, è già passato. Se invece pensate il presente concreto e realmente vissuto dalla coscienza, si può dire che esso consiste, in gran parte, nell’immediato passato. Nella frazione di secondo in cui dura la piú corta percezione possibile di luce, hanno avuto luogo trilioni di vibrazioni la prima delle quali è separata dall’ultima da un enorme intervallo. La vostra percezione, per quanto istantanea, consiste dunque in un’incalcolabile moltitudine di elementi ricordati e, a dire il vero, ogni percezione è già memoria. Noi non percepiamo, praticamente, che il passato dal momento che il puro presente è l’inafferrabile progresso del passato che fa presa sul futuro. (H. Bergson, Matière et mémoire. Essai sur la relation du corps à l’esprit, Alcan, Paris, 1896; trad. it. Materia e memoria.”
Saggio sulla relazione del corpo allo spirito, in H. Bergson, Opere, 1889-1896, di F. Sossi, a cura di P. A. Rovatti, A. Mondadori, Milano 1986, pagg. 257-258 396-397)
Emily Dickinson scrisse:
È una curiosa creatura il passato
ed a guardarlo in viso
si può approdare all’estasi
o alla disperazione.
Se qualcuno l’incontra disarmato,
presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!
La verità è che il passato mi aiuta a vivere il presente e anche futuro. Per tenere il tempo ha bisogno il passato. Il passato continua a scalpellare la nostra vita. E come diceva Anna Piediscalzi “Se non impari dal passato esso si ridisegna ancora e di nuovo sempre lo stesso.” Il paesaggio di un realismo è il gioco fra passato, presente e futuro e l’enigma della bellezza è il ballo del tempo. Ogni punto del tempo rivendica un posto nella nostra storia, cosi anche il passato tiene l’attimo della vita.