di Paolo Cavaleri
“… sono l’eclettico, fuori catalogo, non entro nel tuo fascicolo …”
Probabilmente è da questa frase, estratta dall’inedito “Eclettico”, che Andrea Gioè, cantautore siciliano classe 1984, potrebbe presentare la sua figura d’artista.
Il genere per un musicista non è tutto, ma essendo fondamentale, apre a un intimo mondo che solo lui può comprendere. Esso si colora con parole, note e tanto cuore. L’abilità di un’artista sta comunque nel far passare certi concetti, ancor meglio se da questi egli poi riesce ad emozionare.
Andrea, in questi vent’anni di attività musicale è sicuramente riuscito in ciò: la sua musica è vera, sentita, di un rock pacato. Ha una componente di innocente semplicità che permette all’ascoltatore di capire come siano pezzi autentici, passionali e piacevolmente sensibili.
Proveniente dalla storica e tradizionale Sicilia, si intravede la crescita di un uomo nel mezzo del suo processo di maturazione. “Chi eri tu”, per esempio, è un brano dove dice a sé stesso di andare avanti dopo una delusione affettiva, ripartire dal passato per conservarsi nel presente e guardare al futuro.
Gioè vanta la composizione di trecento quarantaquattro canzoni, undici EP all’attivo, undici album e ben tre libri. Come ricordato nella sua biografia lo stile musicale proviene da Ligabue, Liftiba, Umberto Maria Giardini, Molinari S. e Moses, Baglioni, M. Knopfler, J.Hallyday, Iz’Kamakawiwo’ole e F. Moro.
Autodidatta dal 2003 per lo strumento della chitarra, ukulele, armonica, otamatone, banjo e mandolino, firma musiche per tre lungometraggi di Comito.
Un melting pot di calma, irruenza romantica e veemenza emotiva a tinte rock e armonie pop sotto la lente di anni di esperienze personali tradotti in parole musicate piene di enfasi.
L’ultimo lavoro del genere in questione è la piacevolissima “Sei il bene” dedicata alla moglie:
<< … oh Regina del mio cuore prendimi il Re di questo nostro amore >>.
Già aveva dimostrato pochi anni fa di sapersi ascoltare, con “Aspettandoti (…sulla soglia del mio cuore)” per Area Sanremo e “Nel Bene e Nel Male”. Ma è con costanza, perfino dopo lo stop del 2020, che nel tempo Gioè ha dimostrato di appartenere al mondo dell’autoproduzione indipendente. Da poco tempo ha aperto la sua rubrica di artisti indipendenti del MEI: Pareidolia Musicale dove ha intervistato fino ad adesso poco più di centocinquanta artisti.
Non manca tuttavia una vena autoironica per la forma di un’autoanalisi fatto nel percorso di una vita, il brano in questione è “Nel cammino delle mie minchiate” per le dolci illusioni che tutti noi potremmo raccontarci affrontando dei momenti bui. Proprio per questo il cantautore offre più spunti di riflessione o, per meglio dire, dei figli (modo in cui chiama le sue canzoni). “Andrea … sto rinascendo” è l’emblema dell’inno alla vita per come dovrebbe essere vissuta, si tratta di una contentezza animica tipica di chi sa che alla fine vivere è sempre un bel viaggio e ne vale sempre la pena.
Piccoli, grandi sogni che si realizzano, come quello del duetto nel 2014 con la cara amica Simona Molinari per Sanremo, ed altri che lo accompagneranno sempre come una parte importante della sua famiglia. Il fratello e gli amici come primi fan, e la moglie Miriam vera musa ispiratrice e, come detto da lui, curatrice.
Questo cantautore, con la storia e le attività degli eventi live che nel tempo ha portato fino in Francia e Spagna, rappresenta un vibrante step per il mondo indipendente, e sicuri delle prossime creazioni non vediamo l’ora di ascoltare i brani che verranno.