di Paolo Cavaleri
CINETICA – Si dice che avere tutte le risposte corrisponda ad avere una vita perfetta.
Bè, credo non è esista nessuno che le abbia mai avute.
Non stiamo parlando del concetto di felicità o di quello che fa star bene, ma dei “nonostante” che dobbiamo costruire per i nostri percorsi. La condivisione è un concetto potente, e si tratta di un’occasione per potersi dividere fra le potenzialità altrui.
Pensando a quello che ci accomuna, il tempo (inteso come spazio e/o percezione mentale della vita), le risorse disponibili (parlando di economia, o i mezzi da usare), e le energie per adoperarsi (spinte per i desideri per concretizzare le nostre passioni), non avrò la presunzione di trattare questa pellicola per capire qualcosa, bensì proveremo insieme ad affacciarci a questi grandi temi qui proposti, per tentare di comprendere come condividendo con qualcun altro un problema, o un contesto che impone una soluzione, si possa cambiare la percezione di alcune questioni in meglio.
Potremmo pensare di accantonare la morale come principio guida, ma forse a volte, il dolore di alcune persone è talmente grande che non si rendono conto che stanno per mettere in pericolo tutti quelli che li circondano. Gli aspetti morali potranno essere ripresi, perché il bello dei processi di condivisione, sta nel poter ritrattare attraverso i ricordi il punto di vista di una scelta che in quel momento era necessaria per salvare tutti gli elementi presenti.
Una scelta presa al momento giusto, se condivisa coi più, potrebbe stroncare quello che sarebbe cresciuto dopo: il rimpianto.
A voi questa storia, per cominciare a capire che la condivisione son tutti quei collegamenti invisibili da rendere veri per salvare questo mondo dai più brutti precipizi.
COLLATERAL BEAUTY – (2016).
“Niente è mai davvero morto se lo si guarda nel modo giusto”
Periodo natalizio, Whit è un uomo divorziato che vive con sua madre, Claire una donna single che vorrebbe un figlio, e Simon, ragazzo dalla vita normale e di successo.
Sono tre pubblicitari che devono valutare entro la fine dell’anno un’offerta vantaggiosa per salvare la loro azienda. Questa, negli ultimi tre anni è stata pian piano abbandonata dal loro leader Howard.
Egli non è assente fisicamente, ma si rifiuta di partecipare alle decisioni più importanti al fine di ottimizzare il rendimento di quello che per tutto lo staff è stata la maggiore motivazione della loro vita:
la comunicazione condivisa attraverso la pubblicità al fine di migliorare l’esistenza delle persone.
La causa del silente disinteresse di Howard sta nell’aver perso sua figlia di appena sei anni per un male terribile. Tuttavia è il socio di maggioranza con il sessanta per cento dello studio, così Whit, propone agli altri due di farlo seguire da un detective per dimostrare la sua apparente infermità mentale, in modo tale da vendere la società nella peggiore delle ipotesi.
Parole su carta divengono realtà
L’investigatrice rivela ai colleghi che il loro amico ha scritto tre lettere separate, tre lettere destinate alle famose astrazioni: una al tempo, una all’amore e l’altra per la morte.
Queste “cose” rappresentano i tre punti cardine che l’uomo ha insegnato al suo team per essere migliori nel cercare di capire le cause del loro agire personale, il loro scopo.
Un giorno durante un casting per una reclame, Whit conosce Amy, attrice in fila per l’audizione.
Seguendola capita in un teatro dove la vede provare un recitato drammatico con altri due attori.
La sera pensando a quella ragazza, trova una soluzione dicendo ai due colleghi come comportarsi con Howard:
“… perché non proviamo a entrare nella sua realtà e facciamo in modo che le astrazioni gli rispondano?”
Facendo un patto con gli attori appena conosciuti, che accettano di interpretare i tre concetti ancestrali, finanzieranno il loro spettacolo. Così, nel loro adoperarsi per questa causa, Simon, Claire e Whit, si accorgeranno che i blocchi emotivi del loro amico ed ex leader non sono poi così diversi da quello che potrebbe riguardare anche la loro stessa esistenza. Condivideranno con questi tre attori l’incontro fra loro e lui, e in questo cammino di emozioni, dolori, desideri e ricordi, troveranno risposte a domande che non avevano il coraggio di fare a loro stessi.
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Pellicola del 2016 per la regia di David Frankel, ha un cast di fama mondiale che abbraccia età e storie attoriali differenti: Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet, Keira Knightley, Hellen Mirren, Michael Pena, Naomi Harris, Jacob Latimore, Ann Dowd e Mary Beth Peil.
In un ben creato insieme di storie personali, viene usato il personaggio di Smith per creare un effetto cascata su profondissime riflessioni condivise grazie alle tre astrazioni.
L’amore che si crede perduto si scopre non volutamente guardato, il tempo non veramente vissuto si rivela incomprensibile, e la morte la cosa più difficile da accettare. Questo per tutti gli aspetti dei personaggi fra le tante dinamiche sfumate del loro passato. Il film tocca temi immensi e osservabili da molti punti di vista, ma sono compresi e più accettati perché condivisi. Inoltre si priva della natura primordiale, concedendosi in maniera totale a una drammaticità che danza fra il dolore e la compassione, ambendo a degli spiragli di speranza.
Buona visione
Le parole non bastano per comprendere tutto, dobbiamo concederci ai suoni e alle immagini.
Per questo il cinema rappresenterà sempre una delle esperienze più amplificate per i nostri sensi. Vi lascio con una citazione di Howard che da apparente venditore, si pone come reale comunicatore per far si che gli altri possono coltivare la loro umanità per condividerla a loro volta:
–“ … amore, tempo, morte. Cominciamo da qui.” – .