La condivisione – Compartir una tanda

di Andrea Sardi

Amica, Amico mio. Ho condiviso con te tanti pensieri, prendendo spunto dalle letras di tango e spero d’essere riuscito a svelarti almeno un’infinitesima parte del loro grande mistero. Tornerò altre volte a raccontarti altri segreti che si celano nella poesia del Tango, un universo infinito ed avvolgente che tutto comprende della nostra vita.

A volte ho accennato appena al ballo. Non sono un maestro di tecniche sopraffine e d’altra parte non avrai difficoltà ad incontrarne uno, poiché ormai ci sono in giro più maestri di tango che granelli di sabbia in Versilia. Ti stordiranno con mille sequenze che, se avrai buona memoria ed una certa agilità, riuscirai ad intrecciare tra loro, tessendo una di quelle ragnatele che incantano le bambole da milonga altrettanto imbottite di tecnica e supponenza. Te le lascio, volentieri. Qui non troverai né teorie né trucchi per stupire sgambettando in milonga. Solo, come sempre, condividerò con te sensazioni  ed emozioni.

La prima cosa che mi viene da dirti è che un tango inizi a ballarlo ben prima di entrare in pista e, anche quando vi sei… fermati! Guarda questi due ballerini. Se non hai mai ballato veramente tango, non potrai capire cosa accade. A qualcuno sembrerà che inizino a ballare quando la musica è entrata in scena da un bel tratto. Qualcun altro si meraviglierà della lentezza con cui vanno ad abbracciarsi e poi di come, delicatamente, si muovano da dove sono per andare, con trepidazione, in una direzione che ancora non conoscono, che decideranno insieme.

Quello che l’occhio non percepisce è l’energia che si sprigiona tra loro, nello spazio vuoto che li separa, mentre, uno di fronte all’altro, si incontrano dapprima nello sguardo. Un’energia che cresce, intanto che, assorti, cingono quello che sarà, da un certo istante in poi, il loro spazio condiviso. E’ l’energia che d’un tratto sentirai sul palmo della tua mano, accogliendo la sua, sul tuo braccio, mentre prende contatto con il suo. Nel tuo primo passo, le darai spazio, per accogliere il suo, poi sarà ancora una movenza dolce, che ti farà percepire il suo equilibrio congiungersi al tuo, assaporando la connessione delle tue emozioni con le sue.
Ma quel tango sarà iniziato molto prima, e per questo ogni volta sarà un tango diverso.
Magari ti avrà colpito quella brunetta dallo sguardo e dal sorriso irriverente, che scherza vivacemente con gli amici ed ha un piglio brioso nel ballare, e allora deciderai di attendere una milonga, che così tanto pare somigliarle, e ballando con lei condividerai la tua parte giocosa, provocandola con movimenti inattesi, così come dando spazio alle sue ripicche e ai suoi dispetti. Un po’ come questi due ballerini.

O forse no, forse sarai in una di quelle sere in cui imperversano in te le ombre della gelosia e del dubbio, masnada di calaveras baldanzosi e sfrontati che ti van raccontando di lei che se n’è andata e delle sue bravate in altri locali. Così nessuna ti pare la persona giusta con cui condividere una tanda, e magari deciderai d’andartene. E d’improvviso, mentre starai per farlo, per un istante ti perderai in uno sguardo dolce e malinconico che pare riflettere la tua anima, e penserai sia il porto dove poter placare, anche se per poco, il tuo struggimento. Aspetterai il tango giusto per poterla invitare, un tango che sia dolce e accogliente, come questo vals, per volteggiare con lei su quella nostalgia che a fermarvi potrebbe travolgere entrambi. Non c’è bisogno di parole, per condividere delle emozioni, quando balli veramente un tango.

Poi ci  saranno notti che entrerai in milonga con  gli occhi vividi di delirio di onnipotenza e di  passione, notti in cui tutto ti sembrerà non solo possibile, ma dovuto dal Fato, perché sei tu che decidi, in quelle notti, e sei come un uragano al quale niente e nessuna può resistere. Allora magari vorrai misurarti con quello sguardo così sicuro di sé che d’un tratto ha fermato il tuo nelle ombre della milonga. Ebbri di parole e d’alcool, attenderete un tango come questo, per duellare anelando ognuno la resa dell’altro, fino ad arrendervi entrambi al ritmo travolgente, scandito dal pulsare veloce del sangue nelle vene, dai respiri ansanti appena celati dal sorriso.

Ma tra le tante notti e notti di tango, resteranno vivide per sempre quelle in cui sei andato in milonga solo sperando di ritrovarla, perché è solo con lei che vuoi condividere una tanda. S’accorgeranno del suo arrivo dalla luce che d’un tratto illuminerà il tuo volto e magari te lo dirà qualcuno: “Che succede? Prima eri taciturno ed ora, ora pare tu abbia vinto una fortuna!”. 

E non vorrai correre da lei, subito. Resterai, a goderti quel vuoto tra voi, come quegli attimi di sospensione, nel ballo, che saranno seguiti da un movimento ancor più intenso, un ravvicinarsi vibrante. Sarà uno sguardo, un sorriso, un saluto con le guance che si sfiorano appena e svelano il profumo che indossa, chiedendoti se quella sera è così carina solo per te. E la risposta l’avrai se attenderà quel tango ed il tuo invito, così come tu hai atteso lei, per non contaminare il tuo abbraccio con altri, che sarebbero in quel momento senza senso. E poi sarà lì, davanti a te, e le vostre braccia lentamente vi uniranno nell’abbraccio, mentre il petto dell’uno si accosterà dolcemente a quello dell’altro, celebrando un atteso ritrovarsi. Resterete, un tempo che pare divenire infinito, immobili allo sguardo degli altri, mentre ogni fibra dell’uno percepisce il vibrare ed anche il movimento più impercettibile dell’altro. Poi, raccolti, muoverete un primo passo, lasciando con nostalgia quel luogo in cui vi siete finalmente rincontrati e uniti, per iniziare il vostro cammino.

 Solo uno sguardo molto attento, forse quello d’un vecchio milonguero, potrebbe percepire il dialogo tra voi, pur senza comprenderlo, nei vostri più lievi movimenti: lei che attende, senza mai perdere il contato, il tuo impulso tenero ed intenso, che le trasmette un’energia che l’attraversa tutta, la fa fremere e la porta a muoversi senza più pensiero. Sarete sinuosi come due pantere rese una sola, avvolti l’uno nell’abbraccio leggero ed accogliente dell’altro, devoti l’uno all’altro, lontani da tutto e da tutti.  Questo è davvero condividere un tango, nel modo più intenso: anima e corpo, resi una sola cosa, si raccontano parole che forse non avete ancora il coraggio di dirvi.

E che importa se lei sarà meno esperta se, a momenti tanto più incerta e vacillante quanto più emozionata, si perderà in un passo: perché sarai lì, presente, per contenerla appena nel tuo equilibrio e sorridere con lei se dovesse scusarsi, sussurrandole un incoraggiamento sentito. Perché nel tango, come nella vita, ci vuole reciproco ascolto e comprensione. E soprattutto perché ciò che ti sta donando vale più di mille tecniche. Così ti saluto, Amico, Amica mia. E mi chiedo, senza potermi dare risposta alcuna: “Chissà come sarà la mia prossima notte di Tango…”.

Calavera. Espressione figurativa con cui vengono indicati i nottambuli, nelle letras di tango: quasi fantasmi che vagano inquieti nelle notti del centro cittadino, frequentando club e milonghe, stordendosi di alcool e di amorazzi passeggeri. Milonguero. Cultore del tango nella sua profonda interezza di poesia, musica e ballo, al punto da viverlo come una sorta di religione, celebrandone il rito nella milonga. Tanda. Sequenza di 4 tanghi o 3 vals o 3 milonghe che si condivide interamente con una ballerina.

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