Di Apostolos Apostolou
E’ vero che con la gratitudine difendo il mio onore come uomo che mi confermo come dignità, e rivendico un posto nella mia storia. La gratitudine significa riconoscere la certezza dei doni che si rivelano come benedizioni nel tempo “La gioia è la forma più semplice di gratitudine” sosteneva il teologo e filosofo Karl Barth. Nel dialogo di Platone, Timeo, leggiamo che “La gratitudine è un’ arte, è un’ arte della vita”. Mentre Aristotele diceva che “La gratitudine è un sentimento che invecchia presto.”
Se ho una forza l’attingo proprio dalla mia gratitudine. ‘’Un’anima nobile si sentirà naturalmente predisposta alla riconoscenza e non si sottrarrà timorosamente alle occasioni da cui deriva un obbligo; così pure sarà poi serena nelle espressioni di gratitudine; mentre le anime inferiori si impennano contro ogni obbligo oppure dopo, nelle espressioni della loro gratitudine, sono esagerate e troppo zelanti. Quest’ultima cosa accade del resto anche a persone di origine inferiore o di condizione subordinata: un favore loro usato sembra loro una grazia miracolosa.’’ (F. Nietzsche, Umano troppo umano, 1878.)
La gratitudine continua a scalpellare le virtù dell’uomo. E’ la memoria del cuore, è l’innocenza, e contro i miei mezzi e i miei scopi, è la mia saggezza. “Dobbiamo fare di tutto per dimostrare la massima gratitudine. Questo è un bene nostro, allo stesso modo che la giustizia non riguarda gli altri, come comunemente si crede: gran parte ricade su se stessa. Ognuno, quando fa del bene a un altro, lo fa a sé stesso. E non lo dico perché chi è stato aiutato vuole aiutare, chi è stato difeso vuole proteggere e perché il buon esempio ritorna sulla persona che lo ha dato, (così come i cattivi esempi ricadono sugli autori, e se uno con le sue azioni ha insegnato che si può offendere, non trova commiserazione quando viene a sua volta offeso); ma lo dico perché ogni virtù trova in sé stessa la sua ricompensa. Non la si esercita in vista di un premio: il guadagno di un’azione virtuosa consiste nell’averla compiuta. Dimostro gratitudine non perché un altro spronato dal mio precedente esempio mi aiuti più volentieri, ma per compiere un’azione dolcissima e bellissima; sono grato non perché mi conviene, ma perché mi piace. Per renderti conto che le cose stanno così, sappi che se potrò dimostrare la mia gratitudine solo sembrando ingrato, se potrò ricambiare un favore solo sotto l’apparenza di un’offesa, con la massima tranquillità realizzerò questo giusto proposito anche a prezzo dell’onore. Nessuno, secondo me, tiene in maggior conto la virtù, nessuno le è più devoto di chi rovina la propria reputazione di uomo onesto per non tradire la propria coscienza. Perciò come ho già detto, il dimostrare gratitudine è un bene maggiore per te che per il tuo prossimo; a lui capita un fatto comune, di tutti i giorni, riavere quello che ha dato, a te un fatto importante, generato da uno stato d’animo di intensa felicità, aver dimostrato gratitudine. Se la malvagità rende infelici e la virtù felici, e l’essere riconoscenti è una virtù, hai dato una cosa comune e ne hai ottenuta una di valore inestimabile, la coscienza della gratitudine, che nasce solo in un animo straordinario e fortunato.”(SENECA, Lettere a Lucilio, I secolo d.C)
Ha ancora un senso la gratitudine? Quando la gratitudine di dar forma alla forma del senso del proprio valore e al senso di fiducia nella vita, possiamo dire che la gratitudine esiste nelle crepe della vita.
Apostolos Apostolou. Scrittore e professore di filosofia
La gratitudine continua a scalpellarele virtù dell’ uomo
Di Apostolos Apostolou
Scrittore e professore di filosofia