L’EDITORIALE – A tutti noi, in questo penultimo mese dell’anno, ho voluto anticipare giorni fa la tematica per superare la metà di questa linea editoriale dedicata agli Artisti Riuniti.
Proprio nel momento in cui abbiamo rinnovato il nostro appuntamento mensile con la Tempra, successiva e allo stesso tempo concausa della Volontà settembrina, c’è stato nei giorni antecedenti un piccolo sussulto. È stato un fiotto, giusto una piccola e impetuosa risposta a questo stato delle cose, volto ai rapporti umani che han subito un attacco da ormai quasi due anni.
Quattro porti della nostra Italia, Trieste, Genova, Napoli e Gioia Tauro, meno di venti giorni fa hanno
risposto ai Lor signori dei palazzi del controllo:
con un NO alla velata costrizione della Verde Tessera per presentarsi sui luoghi di lavoro, i portuali si sono
acquietati per ricordare che l’economia, cosa sacra al vivere sereno, necessita di uno sforzo più che
interessato: uno sforzo comune. Mi sono informato personalmente della vicenda del porto di Trieste, e
come ben si poteva prevedere, tanti piccoli nuovi leader si sono distinti appellandosi alla Costituzione, la
libertà individuale e l’inviolabilità della dignità della persona, ma non è neanche questo il punto.
Questa volta lo schiaffo agli inumani potentati non è arrivato da stupidi, e illusi disoccupati che per non fare si riscoprono grandi oppositori occasionali dei grandi finanzieri solo perché si … questa volta il NO ha molti mandanti:
lavoratori, disoccupati, possessori della Verde Tessera, chi ha creduto alla legittima possibilità di
vaccinazione, chi non ha voluto per le sue ragioni, dai lavoratori che nell’immaginario popolare son di
destra solo perché del nord e da quelli che per la stessa credenza furono di sinistra e ormai amano il dolce far niente solo perché del sud; dalle città più efficienti a quelle più negligenti, dai giovani che si chiedono se serva più studiare o capire, dai grandi che mai avrebbero immaginato nuovi venti di restrizioni, narranti solo negli aneddoti familiari di ottant’anni fa, dalle donne che figli vorrebbero, da quelle che li hanno e, invero, non vivono che per loro, da uomini che del lavoro ne hanno fatto la colonna della propria esistenza e ora vedono le crepe dei forse che mai finiranno, dalle scuole, una volta centri di nuove speranze, dai tribunali che del loro ruolo si son ricordati e da nuove testate di giornali che molto avranno da riportare.
Ecco, cari miei, le risposte non arriveranno da contesti che si nutrono di problemi ma da realtà che
troveranno nuove soluzioni … una sola parola suggerisco a tutti noi : Solidarietà.
Qui le parole dalla canzone scelta, “Rinascerò, Rinascerai” , dal Grande Coro Hope:
“ Quando tutto sarà finito, torneremo a rivedere le stelle
siamo nati per combattere la sorte, ma ogni volta abbiamo sempre vinto noi …
Rinascerò … RINASCERAI , abbracciati da cieli grandi … nel silenzio si respira un’aria nuova ”
Scritta da Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio dei Pooh in seguito all’emergenza sanitaria che prima colpì la città di Bergamo, e qui ogni morto è nel cuore di tutti, si rivela una meritata riscoperta di un messaggio
sempre da rielaborare anche a distanza di mesi, che proprio a partire da questo inno rinascente si può
tramutare in Solidarietà civile.
In questi momenti, dove i medici che eroi furono chiamati sono stati dimenticati, proprio ora che gli
avvocati difensori non sono ascoltati, e sempre più gli insegnanti stanno perdendo autorevolezza, e alcuni
giornalisti vendono barzellette mentre la classe dirigente dirige poco perché ne serve un’altra, la cosa più
giusta da fare è quella di unirsi, unirsi CON queste categorie per venirne fuori al meglio.
L’unione fa la forza se ci sono le giuste intenzioni solidali, se capiremo che qualunque lavoro ha la sua
necessità, perché è bene ricordare a chi ha desiderio di amministrare i conti che le navi navigano bene
quando v’è equilibrio fra poppa e prua, e da lì, qualsiasi vento soffi, debole o forte, sarà la spinta del
domani.
Alla mente mi è rinvenuta una frase di un poeta e scrittore da pochi giorni riscoperto nei miei ascolti,
letture e nei miei studi: – “ Tutto è tremendo ma non ancora irrimediabile ” – Franco Fortini.
Se è vero ormai che chi comanda si nasconde, è anche vero che la miglior maniera per nascondere
un’intenzione è quella di palesarla: siete stati chiarissimi, e ora vi faremo vedere come si è umani, ve lo
siete dimenticato, vi mostreremo che la solidarietà vince sulla viltà.
State andando contro chi ha costruito, contro chi desidera e sogna.
Non preoccupatevi abbiamo capito ormai, siete fuori dalla realtà della vita, avete vissuto con lo sforzo dei
meriti altrui, ricalibreremo l’ago, rigonfieremo la vela e voi starete a guardare come avete sempre fatto:
così, presenti nella vostra assenza e immobili nella vostra decadenza …
che da questo momento si inizi per perpetuare le solidali intenzioni di persone buone e vere.
Ordunque a noi signori e a voi mie signore, perché solo nell’insieme saremo infinito e mai come adesso nel dolore della divisione v’è della Solidarietà necessità.
Liberi di creare e sentire come sapete
Paolo Cavaleri