IL QHAPAQ ÑAN VISTO ATTRAVERSO L’ARTE CONTEMPORANEA
di Elisa Heusch
“La Redazione” per questo mese di maggio ha deciso di lasciarsi ispirare dal tema della natura, quella che ci fa godere di semplici momenti, che ci fa tornare a respirare oltre il caos del quotidiano e le perduranti restrizioni, colei che ci permette – con la bellezza dei suoi paesaggi – di ricongiungerci a qualcosa di più elevato e universale.
In linea con tale tematica, per questo mese ho voluto allargare la visuale dalla mia realtà cittadina per spaziare altrove, occupandomi di un’interessante mostra interdisciplinare in corso tutt’ora al MUCIV – Museo delle Civiltà – Palazzo delle Tradizioni Popolari di Roma:
“Qhapaq Ñan, Il grande cammino delle Ande”.
Si tratta di un ‘viaggio’ inedito attraverso storia, antropologia, artigianato, archeologia, saperi ancestrali, arte contemporanea, cooperazione tra i Paesi, e turismo comunitario e sostenibile.
Promossa da IILA – Organizzazione internazionale italo-latino americana, inaugurata lo scorso 11 maggio ed in corso fino al 22 agosto, la mostra racconta l’importanza storica e culturale dell’antico sistema viario andino del Qhapaq Ñan, attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea che ne ha trovato ispirazione.
Il Qhapaq Ñan è il sistema viario andino creato dagli Incas sulla base di infrastrutture preincaiche, le cui ramificazioni si snodano attraverso addirittura sei nazioni dell’America del Sud: Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù, per un totale di oltre 30.000 chilometri.
Questo cammino attraversa una delle aree geografiche più estreme al mondo, che va dai 6.000 metri delle vette delle Ande, passando per aridi deserti e per foreste pluviali, fino a raggiungere le coste.
Il Qhapaq Ñan è stato inserito nel 2014 nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ed è stato studiato in ambito archeologico, storico, ingegneristico e antropologico, in quanto considerato un potentissimo mezzo di comunicazione tra i popoli; anche in epoca odierna, come ha fatto per tutti questi secoli, sta continuando a collegare le comunità, rappresentando un flusso di persone e di idee, un veicolo di scambi culturali ed economici (come fecero ad esempio anche le grandi vie consolari dell’Impero Romano).
Il Segretario Generale dell’IILA, Antonella Cavallari, ha sottolineato quanto sia importante ricordare questo modello di integrazione valorizzandolo in chiave moderna, realizzando le infrastrutture necessarie a collegare agevolmente i vari Paesi, in un momento in cui l’aggregazione è di certo fondamentale per affrontare le sfide a livello globale.
La mostra – a cura di Rosa Jijón, curatrice indipendente ex Segretario Culturale IILA, in collaborazione con Nuria Sanz, archeologa e direttrice UNESCO del Messico, José de Nordenflycht, storico e critico d’arte, e Donatella Saviola – rappresenta dunque un’ottima occasione per scoprire la storia del Qhapaq Ñan attraverso i reperti archeologici della collezione preistorico-etnografica Luigi Pigorini custodita al MUCIV – Museo delle Civiltà, oggetti rurali di diverse epoche precolombiane posti a corredo delle sepolture andine selezionati da Donatella Saviola, americanista del Museo delle Civiltà.
La curatrice Jijón si è espressa in questi termini:
«La cooperazione fra i popoli è un’eredità del Qhapaq Ñan, la comunicazione, l’interscambio e la collaborazione che favorì questo sistema di cammini deve essere un esempio per il mondo che ci aspetta. Affrontiamo l’incertezza, la paura e le restrizioni, questo pianeta fragile ha bisogno della nostra attenzione e di una permanente coesione per non distruggerlo e per non distruggerci».
In questa affascinante esposizione le opere d’arte contemporanea dialogano perfettamente con questo immenso patrimonio culturale, dando vita a nuove riflessioni che ne facciano rileggere i contenuti.
Si tratta di un progetto corale a più voci, che si arricchiscono vicendevolmente: il lavoro collettivo portato avanti dalle sei Segreterie Tecniche del Qhapaq Ñan, dall’UNESCO e dai protagonisti coinvolti – che sono inoltre ambasciatori e guardiani della grande rete viaria – è evidente nella sezione dedicata ai Paesi.
A dimostrazione di quanto il Qhapaq Ñan sia un patrimonio vivo, che coniuga passato, presente e ricchezza simbolica, l’arte contemporanea fa da contrappunto ai saperi ancestrali, mostrando come essi, insieme alla cosmovisione andina, siano stati di ispirazione per opere di artisti contemporanei.
Il curatore della sezione contemporanea, José de Nordenflycht, ha invitato ad esporre sei artisti visivi, uno per ogni nazione interessata: Gracia Cutuli (Argentina), Joaquín Sánchez (Bolivia), Cecilia Vicuña (Cile), Gabriel Vanegas(Colombia), Estefanía Peñafiel Loaiza (Ecuador) e Mariano León(Perù); a tali artisti è stato affidato il compito di proporre differenti modi di percorrere questo itinerario culturale, permettendo ai visitatori di vivere attraverso i propri sensi un’esperienza che possa completare l’informazione scientifica, data dalla presenza dei registri archeologici, antropologici e storici.
Il visitatore ha modo così di sentirsi ‘ compagno di viaggio ’ di numerosi uomini e donne delle Ande.
José de Nordenflycht afferma nel suo testo curatoriale “Rappresentare, Interpretare e Attivare il Cammino Principale Andino”: «Non c’è dubbio che questa mostra non sia una semplice operazione di immagazzinamento di informazioni e di contenuti su un lontano cammino nelle Ande. I sei artisti hanno lavorato sul concetto di “impronta”. Le loro opere nascono dall’esigenza di lasciare una traccia, per non rimuovere o dimenticare ma sfruttare questi luoghi per ricordare sempre che le rovine non sono semplici macerie».
Questo panorama sulla cultura e sui popoli del Qhapaq Ñan è poi ulteriormente arricchito dal lavoro di Claudio Pérez, fotografo documentarista cileno che presenta “Qhapaq Ñan ATACAMA”, un lavoro antropologico e geografico nato dall’osservazione della resistenza culturale di questi territori e che mostra in modo multidisciplinare parte del percorso attuale del Cammino Inca.
L’esposizione si sarebbe dovuta inaugurare a maggio 2020 ma, visti gli impedimenti dati dalla pandemia mondiale, ha visto la luce un anno dopo, con alcuni cambiamenti e purtroppo senza la presenza degli artisti, dei curatori e dei tecnici dall’America del sud.
“Abbiamo voluto portare avanti il progetto, nonostante le difficoltà e le sfide che affrontiamo, perché pensiamo che fare cultura sia un modo di comunicare e valorizzare il nostro patrimonio.
Siamo convinti che è il momento giusto per offrire alla città un’opportunità per avvicinarsi all’America del sud attraverso le opere e la conoscenza, che mettiamo in valore nel MUCIV, in dialogo con i pezzi archeologici del Museo Pigorini. Questo nasce dalla necessità di rafforzare le relazioni fra le istituzioni culturali di Roma e l’Italia e l’IILA.” ha concluso Rosa Jijón.
“Qhapaq Ñan, Il grande cammino delle Ande” è stata realizzata con il supporto di DGCS – MAECI (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), CAF – Banco de Desarrollo de América Latina, Terna;
con il patrocinio di:
MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; MIBACT – Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo; Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO; ICOMOS – International Council on Monuments and Sites – Consiglio Nazionale Italiano dei Monumenti e dei Siti; ICCROM – International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property; RAI – Radiotelevisione Italiana; Associazione Italiana Turismo Responsabile; Touring Club Italiano.
MEDIA PARTNER:
RAI Cultura – Artribune – Universes in Universe
Per ulteriori informazioni:
Segreteria Culturale IILA | Tel. 06 68492. 225/246 | www.iila.org | s.culturale@iila.org
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